Questa l’impressione che Maurizio Sarri ha dato di sè nel suo primo giorno ufficiale da allenatore della Juventus, rigorosissimamente in giacca e cravatta, pur avendo già detto che, in campo, continuerà ad andarci in tuta. Francamente, se continuerà a far vincere la Juve, potrà indossare ciò che vuole. Come già scritto in un mio articolo precedente, Sarri andrà giudicato dai risultati, perché per questo è stato scelto e messo sotto contratto. Il resto è fuffa.
Quando però Paratici ha dichiarato essere stata la prima e unica scelta della società per la panchina bianconera, ci permettiamo di non credergli, perché il tentativo per Guardiola è stato fatto eccome e portato avanti fin quando è stato possibile, così come a lui e Nedved l’idea di riportare a casa Conte era venuta ma si scontrò col no categorico del Presidente.
Sarri è consapevole di non piacere ad una parte neanche poi così residuale del tifo juventino, ma da persona intelligente ha già individuato la medicina: vincere e convincere. “Lo scetticismo lo si batte solo così, sinceramente non vedo altre strade”, ed ha ragione. Quanto poi all’odio provato verso la Juve, non lo ha negato: “Se ho un avversario che voglio sconfiggere in tutti i modi, posso odiarlo ma anche apprezzarlo”.
La storia dei favoritismi verso la squadra con la maglia a strisce? Era riferito ad un’altra squadra, statisticamente con più rigori a favore ottenuti rispetto a tutte le altre: “Lo dissi dopo un Empoli-Milan”.
E il dito medio alzato ai tifosi della Juve? “No, quelli a cui lo feci erano 20 stupidi che mi insultavano. Non li considero nemmeno tifosi juventini”. Possiamo dargli torto?
Ps. per tutte le questioni tecniche toccate in conferenza, vi rimando al mio prossimo video, domani sul sito.