Una volta, nemmeno tanto tempo fa, esisteva il calciomercato, confinato all'Hotel Gallia a Milano, nei corridoi del quale hotel, si allestivano serie di gabbiotti che fungevano da uffici per i direttori sportivi. Telefoni bollenti, taccuini scarabocchiati fino all'inverosimile, spostamenti strategici da un box all'altro degli addetti ai lavori, con nugolo di giornalisti incorporato.
Mi viene da ridere. A crepapelle, se penso che mi pare di parlare del giurassico ed invece non si va indietro che di 20 anni. Oggi tutto si brucia in un secondo, quello che sembra assodato viene messo in discussione un istante dopo, il valore delle cose cambia repentinamente, impoverendo il valore stesso e relegandolo a margine e neppure tanto definito. Roba da astigmatici.
“Halma, halma”, sono solo voci, ipotesi suggestive, niente di definito, ma se ne parla. E questo è sufficiente per molti “dilettanti” sciagurati dell'informazione social, priva di fondamenta essa e di legittimazione loro, per passare le giornate ad un sacco di italioti davanti al video. Si può sapere quanti sono rimasti a produrre ricchezza per questo povero Paese, se milioni di utenti non hanno una cippalippa da fare, durante il giorno?
Dispiace per il Pipita, ora che si era acclimatato e che avevamo imparato a volergli bene. Eppure, il Gonzalo che abbiamo veduto nella fase finale della stagione va subito ceduto all'Inter, senza se e senza ma, nella speranza che non risorga dalle ceneri come l'Araba Fenice. Tutta la vita, uno scambio con una punta tre volte più mobile e di 5 anni più giovane, con lo stesso fiuto del gol ed una rapidità di esecuzione che era quella del Pipa. Era, ma non è più.
Diceva una bimba che fa da moglie a me: “Chi l'avrebbe mai 'creso'?” E' il fantacalciomercato, bambole. L'evoluzione del XXI° secolo dei box del Gallia.
Per chi è digiuno di storia: Tardelli emigrò sotto la Madunina, ma non lasciò grandi tracce, come Causio, che per riemergere si spostò ad Udine. Altobelli, tragitto inverso, fu vittima di un infortunio che lo tagliò fuori. Non ci sono precendenti lusinghieri, alla fine dei fatti.
Macroscopico fu il cambio che tanto assomiglia a quello in divenire. Correva l'anno 1976, Boniperti pareva una delle Erinni, masticando vendetta da mane a sera, la Juve aveva appena perso ingloriosamente lo scudetto a favore del Torino. Onta da lavare nel sangue.