Maurizio Scanavino, a Tuttosport, parla così del calendario così compresso. 

"Secondo me è più un tema di numero di partite complessive che le squadre debbono fare. E quindi personalmente credo che si debba trovare un maggiore equilibrio su quel numero. Perché poi ci sono pure le nazionali e, per esempio, tanti dei nostri giocatori sono sempre convocati e questo fa lievitare ulteriormente le gare. Tra l’altro, le nazionali assorbono il 25% del tempo dei nostri giocatori, per i quali noi abbiamo il 100% dell’onere economico e questo senza nessun tipo di assicurazione o garanzia da parte di chi organizza i tornei. Insomma, il 25% del tempo dei calciatori non è nella nostra disponibilità. Poi noi li mettiamo a disposizione delle loro nazionali volentieri, beninteso. Però è singolare che un quarto del tempo non lo dedicano alla società di provenienza, la quale, come tutti sappiamo, investe fior di milioni in questi giocatori, senza essere assolutamente tutelata. Dal mio punto di vista, quindi, è urgente trovare un punto di equilibrio. E gli scontri sono inutili: secondo voi, se sparissero la Champions o il Mondiale per club, quelle risorse si riverserebbero tutte e automaticamente nei campionati nazionali? Per me no. Quindi, secondo me, la crescita del valore delle competizioni domestiche sta nello sviluppo del progetto dei campionati. Abbiamo l’esempio della Premier che è stata bravissima in questo e noi dobbiamo essere in grado di fare un progetto qualitativamente migliore: dal punto di vista del calcio espresso, delle strutture correlate, della spettacolarizzazione del prodotto, in modo che possa generare maggiori ricavi e quindi far ripartire il volano dei campioni".