Questo voto segna una svolta, come affermato da Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, che ha evidenziato l’importanza di un fronte compatto tra le squadre. Nessun voto favorevole a Lotito indica la spaccatura in via Rosellini e ridisegna il panorama politico della Serie A.
Juventus e Inter contro la linea di Lazio e Napoli
Sul fronte opposto troviamo dodici club, tra cui Juventus e Inter, uniti nel desiderio di una gestione più imprenditoriale e meno legata ai giochi di potere. Tuttavia, la coalizione resta più una corrente che una fazione coesa, e la sfida sarà trovare un candidato unitario che rappresenti queste diverse anime. Alcuni club, come Como e Venezia, rappresentano nuove proprietà straniere ancora in fase di adattamento alle dinamiche italiane. Altre società, come Atalanta, Bologna e Roma, sembrano allineate con le posizioni di Juventus e Inter.
Gravina può ricandidarsi
Quanto alla FIGC, il presidente Gabriele Gravina non ha ancora sciolto le riserve sulla sua ricandidatura, ma con il plebiscito favorevole all’assemblea straordinaria della FIGC (83,3% di voti a favore) si è rafforzata la sua posizione. Il nuovo statuto introduce un’autonomia per la Serie A che questa non ha mai avuto, dando potere di veto su varie questioni che la riguardano esclusivamente, come licenze nazionali, ammissione ai campionati e numero massimo di extracomunitari. Nonostante ciò, alcuni elementi, come i controlli sulle società affidati a un’autorità indipendente, restano fuori dalla giurisdizione della Serie A. Gravina ha spiegato che l’eliminazione della parola “esclusivamente” avrebbe dato un potere eccessivo alla Serie A, svuotando il Consiglio Federale di autorità.