Sembrano destinate a creare una scia di polemiche, o comunque a far parlare per diversi giorni, le dichiarazioni rilasciate questa mattina da Luigi De Siervo al Social Football Summit di Roma. Tra i diversi temi affrontati, l'amministratore delegato della Lega Serie A ha detto la sua anche su quanto accaduto durante l'emergenza Covid e il primo lockdown, sferrando un attacco diretto ai giocatori del massimo campionato: "1,2 miliardi di perdita del calcio italiano (per la pandemia, ndr.) sono andati nelle mani di calciatori che con grande egoismo si sono girati dall'altra parte mentre i club soffrivano. Questi ragazzi sono simboli e modelli per migliaia di persone, ma in questo momento di crisi non hanno fatto la loro parte". 
Secondo De Siervo, "in Italia non avevamo gli strumenti per imporre un taglio degli stipendi, e le squadre sono state esposte alle prepotenze di agenti e calciatori. Stiamo rinnovando il contratto collettivo con l'Aic e incontriamo delle resistenze. Parliamo di una categoria di privilegiati che dovrebbero essere vincolati ai risultati economici della squadra con la quale sono sotto contratto".
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Il dirigente ha poi parlato della Superlega: "L'analisi Deloitte certifica che un progetto come questo porterebbe una diminuzione del 30% dei ricavi e sarebbe insostenibile. Soldi che sottraggono investimenti sulle leghe nazionali. C'è anche il problema del calendario, perché c'è una spinta forte delle grandi squadre nel sottrarsi dai campionati nazionali per svolgere più partite internazionali. Peraltro, le 12 squadre firmatarie erano tra le più indebitate e questo è un tema significativo".