"Silvia Romano, il diario della prigionia". E' il titolo del Corriere della Sera, dalle cui pagine emergono nuovi particolari sul periodo di sequestro della cooperante italiana, liberata dopo quasi due anni di prigionia fra Kenia e Somalia. I ricordi sono tanti, drammatici, e uno in particolare arriva dal mese nella giungla per arrivare in Somalia: "Piangevo immersa nel fango". Silvia racconta di non essere mai stata incatenata o picchiata in 18 mesi e aggiunge: "Volevo pregare, mi hanno dato il Corano in arabo e in italiano". Alla liberazione: "Terrò questo vestito. Ora mi chiamo Aisha. Datemi tempo, ho bisogno di ritrovarmi".

Come sui legge su Repubblica, si indaga sui soldi alla jihad. La UE: quel riscatto è un problema. Nell'inchiesta entra l'intervista di Pietro Re di Repubblica ad Ali Dehere, il portavoce di Al Shabaab: "I soldi del riscatto di Silvia per finanziare la jihad".