Aldo Spinelli, storico presidente del Livorno, ha raccontato i due livornesi più legati alla Juventus: Giorgio Chiellini e Massimiliano Allegri.

Ecco le sue parole a Tuttosport: «Ah, il mio grande Giorgio... L’ho allevato e poi Giraudo e Moggi me lo hanno portato via per pochi soldi nel 2004, 6 milioni di cui 3 li ho dati alla Roma per risolvere la comproprietà, nonostante non avrebbe potuto fare aste: ma riconobbi lo stesso a Rosella Sensi il 50 per cento. Pensare che le squadre inglesi me ne offrivano 18-20... Chiellini era già un grande a Livorno, sapevo che avrebbe fatto una carriera come quella che ha avuto. Ha fatto la fortuna della Juventus e anche di Bonucci che giocava con lui». 
 
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DIRIGENTE - «Sarà un grande dirigente, come è stato grande da giocatore, fidatevi!». 
 
ALLEGRI - «I risultati parlano per lui. Per fortuna ha rifiutato un sacco di soldi dall’Arabia proprio perché voleva prendersi la rivincita alla guida della Juve. E sta mantenendo la parola». 
 
GIOCO - «La rosa della Juve di quest’anno non è al livello di quella dell’Inter, ma Allegri è uno dei più bravi allenatori che abbiamo in Italia. Sta andando anche oltre le aspettative, puntando sui giovani come mi aveva detto. Anche Capello vinceva i campionati con gli 1-0 e Allegri sta facendo lo stesso. Tanti si lamentano, ma vincere 1-0 porta sempre 3 punti. Quello che conta e fa la differenza è sempre il risultato. Fare un bel gioco ma non vincere stanca presto, Allegri vince e anche con tanti giovani, come mi aveva detto in estate». 
 
INCONTRO - «Sì, lo sento e a Genova andrò a salutarlo all’hotel, ma poi dobbiamo vincere noi per non essere tirati nella lotta salvezza. A proposito, voglio fare i complimenti al Cagliari e a Ranieri, un grande, per la vittoria di lunedì» . 

JUVE - «Credo che al 90 per cento lo Scudetto sarà dell’Inter. Per quello che ha fatto vedere finora è una potenza senza eguali. Credo che la Juve potrà lottare nella prossima stagione, anche se alla lunga non giocare le coppe potrebbe aiutarla. Ora però l’Inter va a mille all’ora e mi sembra imbattibile, come il Napoli lo scorso anno » . 
 
AGNELLI - «È rimasta solo la famiglia Agnelli... D’altra parte quando si parla dell’Avvocato si parla del numero 1 e i suoi eredi non potevano che esserne all’altezza. Ricordo quando a Montecarlo andava all’edicola a comprare il giornale, ci trovavamo e parlavamo soltanto di calcio. E quando nel 1992 in Campidoglio siamo stati nominati insieme lui cavaliere del lavoro e io commendatore».