Le vittorie in campo sono, nella maggior parte dei casi, il frutto di un gruppo unito e compatto, che sta bene e lavora bene insieme. Al contrario, quando i risultati sono scadenti, i motivi vanno ricercati anche nella compattezza di squadra. Il ritiro della Juventus, che inizia oggi, sarà un momento per verificare proprio questo, lavorarci. Sarà un momento, ancora, per Massimiliano Allegri di scegliere i calciatori che credono al suo progetto.
 
I segnali più evidenti di qualcosa che non va si sono visti in campo, di fronte ai presenti e alle telecamere, durante Maccabi-Juventus. Come racconta Tuttosport, infatti, a pochi minuti dal fischio d’inizio diversi gli "insulti reciproci" tra calciatori.
 
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Se si scava, la situazione non migliora. Questa volta è la Gazzetta dello Sport a riportare gli umori interni allo spogliatoio: “Quanto al ritiro, Allegri e club lo considerano utile e ne avevano già parlato dopo il k.o. di San Siro, ma non tutti i giocatori la pensano così. La frattura tra tecnico e squadra esiste e andrà sanata in questi giorni. La critica che da molti viene mossa a Max è di confrontarsi poco coi suoi uomini e di non allenarli bene, lasciando troppo al caso e all’improvvisazione, mentre in questo momento servirebbero più certezze in campo, che passano attraverso il gioco. Inoltre la scelta del tecnico di puntare il dito sempre contro i giocatori, sottolineando solo gli errori individuali senza mai fare un minimo di mea culpa, ha contributo a togliere fiducia a diversi bianconeri, soprattutto a quelli più giovani, che adesso sono entrati in un loop di negatività e hanno dubbi su tutto, anche sul proprio valore. Tutte questioni su cui squadra e allenatore dovranno confrontarsi per ritrovare quella compattezza e quella voglia di lottare tutti insieme che in Israele non si è vista”.