"Un messaggio di speranza, dopo quello che mi è successo. Voglio dire a chi sta affrontando problemi di salute che si può ricominciare tutto da capo. Io ne sono un esempio", questo l'intento dell'autobiografia in cui Stefano Tacconi si racconta. L'ex portiere della Juventus, che ha dovuto affrontare una lunga malattia, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport in cui ripercorre questo periodo complicato e non solo. 
 

L'intervista di Tacconi


IL CAMBIAMENTO DOPO LA MALATTIA - "Prima non guardavo mai in faccia nessuno, dicevo sempre quello che mi passava per la testa. Adesso, invece..., la malattia mi ha cambiato, diciamo un po’ cambiato, sto più attento alle cose".

IL SOGNO DA REALIZZARE - "E' sempre il solito Tacconi che para tutto, però l’aneurisma è stato l’avversario peggiore che abbia mai affrontato. Per la mia vita voglio un terzo tempo perché ho ancora dei sogni da realizzare. Quali? Aprire un ristorante con mio figlio: ad Alba abbiamo già una cantina, ma cucinare è sempre stata la mia passione".

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"PAZIENTE COMPLICATO" - "Scappavo con la carrozzina, una volta mi hanno trovato al quarto piano e non hanno capito come ci sono arrivato. Certe volte mi legavano al letto perché per ben tre volte sono caduto cercando di alzarmi. Mia moglie e mio figlio Andrea hanno avuto tanta pazienza...".

COME SI SENTE ORA - "Più debole fisicamente, devo continuare la riabilitazione, ci vuole ancora tempo, però ho un carattere forte. Adesso non faccio più il fighetto di un tempo, sono più forte nel controllare le cose, nel seguire delle regole nel mangiare e nel bere, mi hanno tolto anche il fumo. Non faccio fatica dopo aver visto la morte in faccia...".

L'IMPORTANZA DI ESSERE STATO ATLETA - "È stata una partita con supplementari e rigori, però ho vinto io. Se mi ha aiutato essere stato atleta? Moltissimo perché mi ha permesso di non mollare mai. Quando si perdeva una partita dovevi reagire subito, la sconfitta ti aiutava a migliorare, c’era attitudine alla sfida e al sacrificio".

L'ANEDDOTO SULL'AVVOCATO AGNELLI -"Dopo la vittoria dell’Intercontinentale ci regalò un orologio Patek Philippe nautico, da tavolo, un’opera d’arte in oro e radica rossa. In un’altra occasione ci regalò una Panda personalizzata, con la sua firma e con tutte le nostre sulle fiancate. Aveva pure i cerchioni con il pallone da calcio disegnato sopra..."
 
"NON MI PIACE IL CALCIO DI OGGI" - "Quello di oggi poco. Ai miei tempi dicevano che era lento, adesso con tutti questi passaggi, molto spesso anche indietro, non mi piace. Nuova Champions? No, troppo confusionaria, troppe partite: con l’andata e ritorno era meglio".
 
ARBITRAGGI - "Lasciamo perdere... Spero solo che abbiano finito di rompere le palle alla Juve, certe decisione sono sempre contro i bianconeri, è ora di finirla".


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