Anche durante il tour americano Perin era stato un ‘termometro’ tattico interessante per cercare di capire le possibili novità della Juve di Allegri. Ricordate le sue parole? “Quest’anno - diceva - abbiamo un nuovo modo di giocare, lo stiamo metabolizzando… stiamo impostando la costruzione da dietro…”. Non entro qui nel merito di questo (lentissimo, per non dire quasi impercettibile) processo di muta, ma insomma… Credo che un bel po’ di cose le risolverà Paredes, signor giocatore, tuttavia scordatevi il palleggio sofisticato che vedete fare alle altre squadre in Champions: non dipende mai solo dal regista, dipende dall’allenatore. In ogni caso Perin è tornato a parlare di tattica in un’intervista seguita al 2 a 1 di Parigi. Stavolta, fase difensiva. Ha detto che nella ripresa è cambiato il tipo di pressione, che nel primo tempo era una Juve timorosa. Vero a metà. Perché non era solo timore, quello. Era una errata strategia. E lo ha dimostrato bene lo stesso Allegri modificando subito l’assetto all’intervallo. Serviva un’altra Juve per fare (almeno) qualcosina al Parco dei Principi. Nella gallery osserveremo infatti come il sistema del primo tempo abbia causato l’atteggiamento timoroso e passivo additato da Perin. Una questione di pressioni e ‘uscite’. Gli stessi gol del PSG, fenomenali da un lato e apparentemente estemporanei, dall’altro sembrano originarsi proprio dalle debolezze strutturali dell’impianto di gioco preparato inizialmente dal livornese.