Prima ancora del gol di Manuel Locatelli, prima ancora dell'espulsione di Thiaw, c'è stata l'altra sliding doors della partita, la prima ma non per questo meno importante, anzi. Ovvero la parata di Szczesny sulla conclusione ravvicinata di Olivier Giroud. Un miracolo dopo 14 minuti; senza quello, la Juve avrebbe rischiato concretamente di vivere un'altra notte da dimenticare contro il Milan, l'ennesima. 

Il primo tassello per la vittoria bianconera è stato messo dal polacco, che per il resto del match non è stato mai chiamato in causa. Un solo grande intervento in 90 minuti, proprio come fanno i portieri di alto livello, che rispondono presente nelle poche occasioni in cui serve. Si pensava che avrebbe potuto pesare l'assenza in porta di Maignan e Sportiello in casa rossonera; in realtà, a fare la differenza non è stato il loro forfait ma la presenza di Tek. 

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Nella difesa che regge anche in condizioni di emergenza viste le assenze di Danilo ed Alex Sandro, nella difesa che non subisce gol da quattro partite e che ha permesso alla Juve di rialzare la testa dopo il tracollo con il Sassuolo, c'è tanto anche di Szczesny. Lui, che di quel pomeriggio infausto era stato il protagonista principale. Rialzarsi e reagire, non rimanendo fermi sugli errori commessi, è una caratteristica importante per tutti ma fondamentale per chi sta tra i pali. Szczesny ha dimostrato ancora una volta, come due anni fa, che questa "qualità" non gli manca.

Spesso si è discusso del suo ingaggio (6,5 milioni di euro), il più alto della Serie A nel suo ruolo. E la stessa Juve, in un momento in cui una delle parole più ricorrenti è "sostenibilità" e "razionalizzazione dei costi", qualche pensiero su lasciar partire Tek ce l'ha avuto in estate. Il polacco però ha sempre respinto ogni indiscrezione sul suo addio rispettando il contratto fino al 2025. Ecco, dopo la parata su Giroud o quella contro l'Atalanta sulla punizione di Luis Muriel, quei 6,5 milioni di euro pesano un po' di meno.