POSIZIONE PUBBLICA - «Non è una cosa che succeda così, mi sono confrontato con il razzismo fin da piccolo e ho sempre provato a capire il perché. Da calciatore poi è stato chiaro che era importante dire le cose perché potevo arrivare a più persone. Ho imparato da grandi atleti americani come Muhammad Ali che hanno preso posizione e ho capito che
non potevo stare zitto, dovevo continuare la lotta per l’uguaglianza».
problema. Per i bianchi è molto difficile mettersi nella pelle di una persona nera, per questo è difficile lottare contro il razzismo. Il fatto è che quando si parla dei neri alla fine si parla dei bianchi, mentre disprezzare neri, musulmani e altri
mette in risalto il bianco positivo. Il bianco deve sempre fare in modo che il nero non sia niente. Il bianco deve avere la certezza di essere il tutto».
AZIONI - «Per rimanere al mondo del calcio, nel rifiuto di molti giocatori di mettersi in ginocchio per denunciare la violenza contro le persone nere da parte della polizia negli Usa e in altre parti del mondo. Singoli giocatori lo hanno fatto, ma ci vogliono le squadre, le federazioni, e la maggior parte dei Paesi non ha fatto nulla. Perché?».
bianco. Chi subisce certe cose sa benissimo che se chi attraversa il Mediterraneo fosse bianco, tutto sarebbe molto
diverso. I profughi ucraini, per fare un altro esempio, sono visti meglio dei migranti non bianchi. L’estrema destra legittima la violenza sulle persone che tanti considerano meno umane, talvolta senza dirlo».