Massimiliano Allegri ora è più solo. Mercoledì ha concluso la serata al J Hotel, con la solita cena post partita nella saletta riservata, cercando conforto tra familiari e amici stretti, riporta la Gazzetta, dopo tutti i fischi sentiti e anche i cori a lui diretti. Ora quasi tutti i tifosi lo hanno mollato e lo considerano il principale responsabile di questa Juve in difficoltà. La battuta infelice di Maurizio Arrivabene ha complicato le cose, specie a poche ore dal Benfica, ma la battuta contiene comunque un fondo di verità, perché l’aspetto economico è tutt’altro che irrilevante nelle valutazioni sul tecnico. E anche il siparietto finale tra Di Maria e Milik incide, con quel cambio contestato dal Fideo. Più di qualcuno ci ha letto una presa di distanza dall’allenatore, con cui pare ci siano state incomprensioni anche sulla gestione durante l’infortunio, sottolinea la Gazzetta. E l'atmosfera è molto molto calda.

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NEDVED E I SENATORI - Insomma, nonostante Allegri a fine gara abbia detto di non sentirsi a rischio, la sensazione è che ci sia sempre più distanza tra lui e il mondo bianconero. "Nel dopopartita - si legge - il tecnico ha dato l’idea di essere un uomo solo e con un po’ di confusione in testa, incapace di riprendere in mano le redini della sua Signora. I volti dei dirigenti bianconeri erano scurissimi mercoledì sera, in particolare quello di Pavel Nedved, che negli spogliatoi si è fatto sentire (cosa che capita spesso dopo una sconfitta). Il clima è teso e tra giocatori e allenatore non sembra esserci più l’armonia di un tempo, anche perché Allegri ha perso molti dei senatori storici ai quali poter chiedere una mano nel momento del bisogno". Da Chiellini, Buffon, Bonucci e Barzagli che strigliavano la squadra al posto suo ad oggi: il nucleo storico era più ampio e più solido, ora ha poco peso.