La Juventus arrivava a questo lungo week end calcistico con lo sguardo rivolto esclusivamente alla vetta della classifica, al di là delle dichiarazioni di Massimiliano Allegri, che invece ha sempre - almeno a parole - parlato di qualificazione in Champions. Una giornata, che in effetti però ha dato ragione al tecnico livornese. La sconfitta con il Napoli e le vittorie di Lazio e Atalanta, aspettando il risultato della Roma, in campo nel posticipo con la Fiorentina, costringono la Juve a guardarsi nuovamente dietro, visto che la distanza da quest'ultime si è accorciata a tre punti. 

Un cambio di prospettiva che non può far piacere a tutto l'ambiente bianconero ma doveroso, almeno fino a quando la classifica non dirà altro. Soprattutto perché tra una settimana all'Allianz Stadium arriverà l'Atalanta, che ha appena travolto la Salernitana vincendo 8-2. Una Dea che per produzione offensiva, intensità e anche qualità ha ricordato quella ammirata per tanti anni e che ha già dimostrato di poter espugnare lo Stadium come nella passata stagione. In generale, la Juve non vince in casa contro i nerazzurri addirittura dal 2018. Negli ultimi quattro incontri casalinghi sono arrivati tre pareggi oltre appunto l'ultimo ko. Forse ancora presto per definirlo un tabù ma sicuramente una statistica significativa. 

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Non ci sarà Koopmeiners, squalificato ma sarà presente il gigante danese classe 2003 che si sta prendendo la scena a suon di gol, assist e prestazioni. Rasmus Hojlund, sarà lui il pericolo numero uno della nuova Atalanta che vuole provare a somigliare a quella vecchia, che più di una delusione (Coppa Italia esclusa) ha dato ai bianconeri. La prestazione difensiva della squadra di Allegri a Napoli preoccupa. Servirà un altro livello di attenzione e soprattutto un altro Bremer, per evitare di passare nel giro di 10 giorni da lottare per lo scudetto ad essere raggiunti dal mucchio dietro, che ora, giustamente, ci crede.