Vittoria in scioltezza quella di ieri sera, contro un Chievo volenteroso, anche coraggioso per come si è disposto in campo, ma che nulla ha potuto contro lo strapotere bianconero: direi proprio una partita tra il gatto e il topo, e del resto il divario tecnico è questo tra le due squadre, ed un punteggio che poteva essere più ampio se non fosse per qualche leziosità di troppo da parte dei padroni di casa e il solito Sorrentino, che quando vede bianconero si esalta sempre.

LE SCELTE DI MAX - Allegri schiera una formazione alquanto inedita, dovendo fare i conti con squalifiche e assenze dell’ultim'ora. Teoricamente la Juventus è disposta 4 - 4 - 2, con Rugani centrale al posto di Bonucci, De Sciglio a destra, linea di centrocampo a 4 Douglas Costa - Emre Can - Matuidi - Bernardeschi, in avanti Dybala e Cristiano Ronaldo. Formazione che faceva presagire ad un 4 - 2 - 4 in fase d'attacco, vista la predisposizione offensiva dei due esterni. In realtà sul campo si sono viste almeno tre situazioni tattiche molto diverse tra di loro, in fase di costruzione della manovra e sulla trequarti avversaria, mentre in fase di non possesso palla, è stato un canonico 4 - 4 - 2 con linee molto ravvicinate e praticamente il solo Ronaldo libero da compiti di ripiego. Diciamo che due posizioni in campo vanno evidenziate. Quella di Emre Can play basso, ossia giocatore che si è sempre proposto come primo centrocampista a ricevere palla dai difensori e far partire la manovra. Quella di Dybala, che ha ripiegato per quasi tutta la gara sulla linea dei centrocampisti, quasi a fungere da vero regista classico del passato, in maniera però diversa da Pjanic, oserei dire alla Pirlo, anche se con caratteristiche e modi di proporsi diversi, ma direi proprio da giocatore che deve soprattutto lanciare e servire gli attaccanti trovando le soluzioni ottimali per mandarli a rete.

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TRIDENTE INSOLITO... CON UN LIMITE - La conseguenza è che nella sostanza si è creato un insolito tridente offensivo, con Bernardeschi e Douglas Costa ai lati di CR7, più spesso a supporto, operando più tra le linee che di punta: i due spesso a svariare sul fronte offensivo, Bernardeschi sovente a fungere più da mezzala offensiva (quello che un tempo veniva definito “mezzala di punta”), Douglas Costa da ala pura, in una sorta di 4 - 2 - 3 - 1, o di 4 - 3 - 3, o anche di 4 - 3 - 2 - 1, anche per l'interscambio dei ruoli dei giocatori d'attacco. Il tutto però con un limite, a mio modo di vedere: di fatto è mancata la seconda punta che potesse anche creare spazi nei 16 metri a CR7, che così spesso si è venuto a trovare quasi accerchiato dai difensori avversari, dovendosi dedicare ad una sola punta. Non credo sia casuale il fatto che i gol siano arrivati da un'ala, un centrocampista "basso" ed un difensore, che hanno saputo sfruttare gli spazi creatisi per una difesa avversaria troppo attenta a chiudere su un solo giocatore bianconero.

LA POSIZIONE DELLA JOYA - La posizione di Dybala è stato il fattore positivo da evidenziare: suo il lancio intelligente in campo aperto per Douglas Costa, per il primo gol, suo l'assist a Emre Can per il raddoppio, e sue diverse giocate che potevano mandare in rete i compagni. Si sarà magari visto poco al tiro, ma le azioni migliori hanno sempre visto la sua presenza. Rovescio della medaglia, anche ieri sera si è notato che a CR7 occorre necessariamente la vicinanza di una seconda punta d’area di rigore, che a momento opportuno gli apra gli spazi o gli tiri via qualche difensore. Infine i cambi: mosse direi per rifiatare, quelle fatte da Allegri, nel finale di gara, più che altro l’ingresso di Bentancur, per Douglas Costa, al fine di riequilibrare il centrocampo, che intorno al settantesimo di gioco mostrava qualche difficoltà a chiudere sulle ripartenze dei clivensi.