Aleksander Ceferin non si ricandiderà alla presidenza della UEFA. La notizia è emersa dal 48° congresso in corso a Parigi, dopo che il voto alla riforma dei tre mandati - che avrebbe permesso la rielezione dello sloveno quale "numero uno" del massimo organismo calcistico continentale - aveva già determinato lo scossone delle dimissioni di Zvonimir Boban, in contrasto con il progetto, non trovando sponda nemmeno nella FA britannica nè nel presidente francese Emmanuel Macron. Le modifiche allo statuto necessarie per questo passaggio erano state votate con il voto favorevole di 50 delle federazioni presenti, uno solo contrario (quello del Ceo della Football Association inglese Mark Bullingham) e un'astensione, l’Ucraina.

Superlega, lettera di A22 contro la UEFA: 'Pressioni, minacce e comportamenti anticoncorrenziali'
LE PAROLE DI CEFERIN AL CONGRESSO UEFA

Eletto nel settembre 2016, grazie a questa novità Ceferin avrebbe potuto rimanere in carica almeno fino al 2031. Così, invece, non sarà. "Ho deciso circa sei mesi fa di non ricandidarmi nel 2027, non l’avevo detto perchè non volevo influenzare il Congresso" ha spiegato in conferenza stampa. "Ho una bella vita nel calcio ma anche fuori. Sono stanco del Covid, di questo progetto senza senso della Superlega, di chi si proclama autorità morale. Ad ogni modo posso dirmi felice e orgoglioso di essere il capitano di una nave che ha saputo affrontare bene la tempesta e che continuerà a farlo nei prossimi tre anni, di essere a capo di una comunità calcistica mai così unita. La maggior parte delle persone non sono come alcuni pagliacci. Ho deciso circa sei mesi fa che non mi candiderò nel 2027, sono lontano dalla mia famiglia da circa sei anni e lo sarò per altri tre. Ho comunicato questa decisione prima alla mia famiglia e poi ad amici e colleghi".
 

UEFA, Ceferin nella bufera: i motivi


Non è un segreto, del resto, che Ceferin sia in una posizione di tensione senza precedenti, dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha di fatto legittimato la Superlega. Ora il presidente rischia di trascinare la UEFA in un rischiosissimo percorso di tribunali con una richiesta danni da parte di A22 (la società che rappresenta operativamente il progetto) che potrebbe arrivare fino a 3,6 miliardi complessivi. Per che cosa? Per le regole restrittive e le minacce di sanzioni a livello economico che hanno bloccato la nascita del torneo nell’aprile del 2021, atteggiamenti poi dichiarati illegittimi, monopolisti e contrari ai dettami di libera concorrenza dell'Unione Europea.