Una prassi, quella di scambiare i giocatori tra le due società milanesi, che, ricorda il quotidiano, era già avvenuta tra il 1999 e il 2001. Sotto la lente d'ingrandimento finirono però il passaggio di 8 giocatori da una sponda all'altra della città nell'estate del 2003. Salvatore Ferraro, Alessandro Livi, Giuseppe Ticli e Marco Varaldi si trasferirono al Milan generando una plusvalenza di 12,9 milioni di euro. Percorso inverso per Simone Brunelli, Matteo Deinite, Matteo Giordano e Ronny Toma, che garantirono circa 10 milioni di plusvalenze ai rossoneri.
Nel 2008 però le due società vengono prosciolte da Paola Di Lorenzo, giudice dell'udienza preliminare per alcune motivazioni tra cui quella che "il fatto non costituisce reato". Non finisce qui però perché la vicenda passa anche sul lato della giustizia sportiva. L'allora capo della Procura generale, Stefano Palazzi, il 4 febbraio 2008, deferisce Milan e Inter per avere iscritto a bilancio, tra il 2003 e il 2004, una "abnorme e strumentale valutazione» di alcuni calciatori". L'accusa riguarda la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza, la stessa per cui la Juventus è stata penalizzata di 15 punti. In quel caso, le due società patteggiarono ricevendo una multa di 90mila euro.