28 maggio 2003, stadio Old Trafford di Manchester: la Juventus e il Milan non riescono a segnare in 120 minuti e si giocano la finale della Champions League ai calci di rigore. Quello decisivo lo calcia, e lo segna, Andrij Shevchenko, che col Milan ha vinto tutto, anche il Pallone d'oro (quell'anno però a vincerlo fu Nedved).

In campo c'era anche Tassotti, vice di Ancelotti e oggi vice di Sheva al Genoa, prossimo avversario dei bianconeri. I rossoblù non spaventano più di tanto (anche se di questi tempi, con le provinciali, c'è da andare cauti, visti i risultati con Empoli e Sassuolo in casa), ma è proprio l'ucraino a evocare brutti ricordi.

Anche perché oltre alla finale di Champions c'è un altro momento clou della carriera dell'attaccante: un tiro da posizione impossibile, forse un cross, da una distanza siderale. In quell'occasione venne giù tutto San Siro. Era il 9 dicembre 2001, quasi 20 anni fa esatti. Ricorrenze da brivido, ma questa volta i tifosi della Juve, per loro fortuna, sanno che Sheva resterà in panchina.