Quanto vale l'eredità di un sogno realizzato? Lo si capisce dalla commozione profonda di uno Stadium segnato, ne danno idea gli anni passati eppure ricordati chiudendo soltanto le palpebre. Nel gesto, sentito, di ritornare a quei momenti e riscoprirne il valore, la Juventus ha abbracciato Luca Vialli in un momento completamente diverso da tutti gli altri: il minuto di silenzio è stato un lungo applauso, poi un coro e infine una lettera. Meravigliosa. E sentita. A dribblare le lacrime, Gianluca Pessotto, che quel capitano l'ha sentito suo in maniera particolare. Fino a Roma e alla Coppa Campioni. Fino alla fine, e cioè per sempre. 

LO STRISCIONE - Già a poche ore dall'inizio della partita, tanti tifosi hanno vestito la Nove di Vialli e hanno cantato come venticinque anni fa: 'Segna per noi', Luca. O comunque partecipa alla festa. A pochi passi dall'ingresso della curva, il primo dei tanti striscioni dedicati: "Capitano Vero, Vialli eroe bianconero". Tanti sono passati come si fa con i pellegrinaggi più sentiti: c'è chi ha toccato lo striscione e l'ha baciato, a mo' di santino; chi l'ha mostrato ai propri figli, spiegando; chi ha guardato, stringendo spalle e cuore, andando oltre. Pure i ricordi. 

Vialli, il gesto del Chelsea in lutto
IN CAMPO - E di ricordi ne sono affiorati tanti, troppi, con le luci soffuse e l'immagine di Luca attaccato alla rete della porta del Delle Alpi. Dalla Sud, il messaggio più intimo: "Ho imparato tutto dalla vita con una palla tra i piedi". E "ciao Gianluca", che pure è presente, che è nel bandierone (l'unico ammesso allo Stadium) e nel cuore di tutti, anche dei più piccoli. "Uno di noi", dicono. Uno di tutti, in realtà. Ecco perché fa ancora più male.