E meno male che dovevano essere loro a cambiare l'Inter. Ex juventini, eroi del futuro nerazzurro. Così sarebbe dovuto essere, nei piani dei dirigenti. Invece Antonio Conte e Arturo Vidal non stanno cambiando proprio nulla. Si sono cercati e ritrovati, ma la musica è diversa rispetto a quando insieme vincevano e conquistavano trofei con la Juventus. Da Torino a Milano, basta spostarsi di qualche chilometro per rendersi conto che all'Inter non è la stessa cosa. E anche Beppe Marotta ne sa qualcosa.

RICHIESTE E PROMESSE - Due anni fa l'allenatore ha voluto a tutti i costi Romelu Lukaku dal Manchester United. Ok, accontentato: 74 milioni sul piatto - perché i Red Devils non mollano di un centimetro - e il gigante belga in nerazzurro. "Con Lukaku Conte vince il campionato" dicevano. Risultato? Secondo posto, -1 dalla Juventus in quello che vince il nono scudetto di fila con due turni d'anticipo. Quel ciclo iniziato proprio da Antonio, che dopo l'esperienza al Chelsea ha deciso di andare all'Inter. Per riportarla in alto, pensava. E sperava. Senza considerare i problemi di mercato, gli scontri con i dirigenti e la pressione mediatica che difficilmente riesce a gestire.

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FLOP VIDAL - Poi l'estate e il mercato. Marotta gli ha ridato Arturo Vidal - altro "capriccio" - suo uomo di fiducia in bianconero e quello che sarebbe dovuto essere l'uomo chiave nella nuova Inter. Nonostante i 33 anni Conte era convinto di piazzarlo al centro del progetto, la dirigenza annuisce e accontenta il cileno con un biennale da sette milioni di euro. Tutti contenti. Tranne i tifosi. Già, perché quei risultati sperati e promessi ad oggi ancora non sono arrivati. L'Inter ha chiuso la prima stagione dell'era Conte con zero trofei e Vidal ha giocato sì tutte e nove le partite stagionali, ma totalizzando quattro cartellini gialli e nulla più. Niente gol, nessun assist. Decisivo? Forse quando era alla Juve. Così come Conte, che insime a lui doveva cambiare l'Inter. Ma non è cambiato proprio niente.