IN FINALE - «Li ho visti un po’ cotti nei supplementari, ma gli spagnoli ti fanno girare anche le gambe, non solo la testa. Però quando arrivi in finale devi pensare solo una cosa: va come va. Tutta Italia, e tutti gli italiani nel mondo, oggi guardano la Nazionale: la grandezza non sta nella finale, quella l’abbiamo già vinta. Sta nel percorso fatto per arrivarci. Nella rivoluzione che ha fatto il Mancio. Ognuno ha un suo stile, questo è il suo: giocare con la qualità, per vincere. Ieri ho sentito dire: stavolta abbiamo deciso di difenderci. Ma che scemenza è? Ti difendi se sei costretto a farlo, mai sentito dire in una grande squadra: difendiamoci e vediamo come va. Oggi l’Italia è una grande squadra perché così non vuole giocare, mai. Questa oggi è la nostra storia: venivamo da un disastro, eravamo molto indietro e ora siamo molto avanti. Irriconoscibili».
VIALLI E MANCINI - «Una meraviglia. Loro due, Evani, Oriali che c’era nel 1982 e c’è ancora oggi, e poi ancora Lombardo, Salsano, De Rossi: questa per me è la Nazionale, gente che sa cosa vuol dire giocare con quella maglia».
DONNARUMMA - «Se sei già il miglior portiere del mondo, sì: a 22 anni, sì. Gigio è nato per fare il portiere: esattamente come Buffon. E quest’anno lo ha allenato Dida, non a caso per una decina d’anni uno dei migliori portieri del mondo».
CHIESA - «Federico ha più forza, è perfetto per il calcio di oggi, Enrico era più attaccante, un fenomeno a calciare, di destro e di sinistro. Suo figlio è su quella strada, sta anche diventando più freddo davanti alla porta, ma ha ragione il Mancio: può segnare di più. Ha tutto per farlo: non solo forza, anche tecnica, velocità, scatto».