E’ vero che semmai i bianconeri dovessero sciaguratamente perdere le due ultime partite, con la Roma e il Verona, il Napoli vincendo entrambe l’affiancherebbe in classifica. Malgrado ciò a pesare sulla bilancia del giudizio finale sarebbe la differenza reti. Francamente penso che neppure il più coraggioso o folle bookmaker destinerebbe un solo centesimo all’eventualità di una pioggia di gol napoletani come contraltare a una raffica di reti subite dalla Juventus. Sicché, in barba all’astrologo più menagramo, annunciamo che il “gatto è nel sacco”, anche se non è possibile mostrarlo.
A conti fatti e rivisitati, dopo aver riavvolto il nastro, occorre ammettere che una grande fetta della torta per questo ultimo scudetto va assegnata proprio ad Allegri il quale grazie alle sue variazioni strategiche in corso d’opera ha mostrato di essere un uomo calcisticamente pensante e non un “profeta” cocciuto e avviluppato intorno a personalissime regole inviolabili. Perdere questo allenatore, come pare potrebbe accadere, per la Juventus sarebbe un bel guaio.
Due eventi, certamente casuali per via del calendario, ma sicuramente degni di una riflessione. Seguendo lo spirito anti-juventino che da sempre anima le due tifoserie in questione qualcuno avrebbe potuto pensare che prima la Fiorentina e poi il Torino, se non addirittura entrambe, si “scansasse” contro il Napoli pur di non favorire la Juventus. Il fatto non è accaduto provvedendo a mettere sul campionato il timbro sacro della sportività. In quanto al popolo viola e a quello torinista, beh entrambi se ne faranno una ragione. Sappiano comunque che quello bianconero, sentendosi giustamente in debito, una pizza e una birra sarà sempre pronto a offrirle.