Ieri sera il pensiero a caldo è stato che fosse l'unica nota stonata di una sinfonia perfetta, da ascoltare e riascoltare. Dusan Vlahovic, del resto, ha concluso il match tra Juventus e PSV Eindhoven a testa bassa, con una luce negli occhi ben diversa da quella che illuminava altri compagni come per esempio Kenan Yildiz e Nico Gonzalez, ma quantomeno un po' rinfrancato dai cori di sostegno dell'Allianz Stadium. Rivelava un certo sconforto il linguaggio del corpo dell'attaccante serbo, che probabilmente sperava di vivere una serata migliore all'esordio stagionale in Champions League.
 

Juventus-PSV: i numeri di Vlahovic


Eppure, da un'analisi più a freddo, i numeri fanno capire perché non tutto nella sua prestazione sia da buttare, anzi. E non solo per l'assist a Nico Gonzalez. I quattro tiri, di cui uno in porta, svelano per esempio come Vlahovic abbia difettato ancora una volta di precisione, più che di intraprendenza, così come le due occasioni create e i tre passaggi chiave. Dalla heatmap di Sofascore che rivela la sua presenza insistita soprattutto a centrocampo - e poi qua e là a macchia di leopardo nella metà campo avversaria - emerge piuttosto quella che forse è stata la sua difficoltà maggiore nel corso della partita, ovvero i duelli contro gli olandesi, che se non altro si sono distinti positivamente nel palleggio: il 24enne non ne ha vinto nessuno, né a terra (quattro quelli conteggiati) né in "aria" (uno); nove, non per niente, le occasioni in cui ha perso il possesso, per un 67% di accuratezza nei passaggi (8/12) e un totale di 23 palloni toccati.

Dusan Vlahovic crea l'attaccante perfetto: le sue risposte
Non tutto da buttare, dunque, ma ancora tanto da migliorare per il numero 9, che Thiago Motta ha comunque difeso di nuovo pur aspettandosi, probabilmente, qualcosa in più. Anche perché se pure Vlahovic inizia a fare il Vlahovic, la situazione in casa Juve può farsi ancora più interessante… 



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