Un paragone a tutto tondo non può esistere, per ora. Ma il confronto con CR7, Dusan Vlahovic lo regge eccome, almeno sotto alcuni punti di vista. Lo sottolinea La Gazzetta dello Sport

RETI E PRESENZE - Parlando solo di gol, il serbo ha saputo fare ancora meglio al suo debutto con la Juve: per lui quattro reti in sei partite, contro le tre del portoghese che era arrivato fino alla quarta presenza prima di sbloccarsi, con una doppietta. I due hanno in comune anche un'altra cosa, nei loro inizi bianconeri: non riposano mai. Al primo anno Ronaldo giocò tutte le prime 17 in campionato, e in Champions si fermò solo per squalifica; domani a Firenze Vlahovic disputerà la settima consecutiva, di cui cinque restando in campo per tutti i 90 minuti.

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TATTICA - In questo senso, la presenza di Vlahovic è stata ancora più incisiva per la Juve rispetto a quella di Ronaldo. Il serbo si è messo a servizio della squadra, pronto a fare la guerra a centrocampo e a difendere la palla, quando necessario, ma soprattutto creando quel riferimento avanzato che mancava alla formazione di Allegri. Il portoghese, al contrario, chiedeva alla squadra di lavorare per lui, veniva "esentato" dalla fase difensiva e aveva bisogno di avere al suo fianco un vero numero 9 a cui appoggiarsi. In sostanza, risolveva i problemi in campo, ma ne creava qualcuno a livello tattico, portando al "sacrificio" di altre risorse offensive.

FUORI DAL CAMPO - Qui, sono le differenze a spiccare. Se Ronaldo è arrivato a Torino con la fama da superstar, e al di fuori del rettangolo di gioco non ha mai creato veri rapporti con gli altri bianconeri, Vlahovic si è da subito inserito nello spogliatoio bianconero con l'idea di trovare non solo colleghi, ma anche veri compagni di viaggio. CR7, alla lunga, aveva portato qualche invidia e qualche mugugno, l'ex viola ha restituito fiducia ed entusiasmo. 

MARKETING - Se l'obiettivo della Juve era quello di fare un salto di qualità anche a livello di fatturato, di potenza del marchio, l'acquisto di Ronaldo era una scommessa ad alti costi, che l'arrivo della pandemia ha costretto a rivalutare. Vlahovic in questo senso può aiutare, ma di certo non sposta come il rodato brand CR7. Per quanto riguarda il bilancio, però, il serbo è un investimento molto più "assorbibile", e potenzialmente anche fruttifero. In più, se per i bianconeri Cristiano era un piacevole azzardo, Dusan è stato una sorta di polizza di assicurazione Champions: con lui, i rischi di finire fuori dai primi quattro posti sembrano nettamente minori.