LE SFIDE CON ALLEGRI - "Come vanno? Bene, con il mister giochiamo sempre, c’è una bella atmosfera. Lo facevamo anche l’anno scorso. Io lo sfido volentieri perché tanto vinco sempre io".
30 GOL - "Ho letto che negli ultimi dieci-dodici anni il capocannoniere non ha mai vinto lo scudetto, però c’è sempre una prima volta, no? Gli obiettivi di squadra vengono prima di quelli personali, è più importante che la Juve vinca, ma se faccio 30 gol e diventiamo campioni d’Italia per me va benissimo così".
LA SCELTA JUVE - "Non è stata una scelta difficile perché la Juve è una società gloriosa, molto vicina al mio modo di lavorare: combattere, non mollare mai fino alla fine, credere anche quando sembra che tutto sia perduto è la mia filosofia e pure quella del club, sappiamo tutti che cosa rappresenta la Juve in Italia, per me è un piacere e un onore difendere questi colori".
IL GIOCATORE DELL'ADOLESCENZA - "Quello a cui sono più legato è il primo visto dal vivo allo stadio con mio nonno. Giocava il Partizan ed era una partita di qualificazioni alla Champions. Avevo 6-7 anni e non l’ho più dimenticato".
GLI ASSIST DI DI MARIA - "Quando ho saputo che sarebbe arrivato ho subito pensato a quanti gol e assist possiamo fare insieme, perché anche io voglio far segnare lui. Angel gioca da tanto tempo ad altissimo livello, è uno degli esterni più forti degli ultimi 20 anni e ha fatto benissimo dovunque è andato. Fino a poco tempo fa questi campioni li vedevo in tv, giocare con loro era il mio obiettivo quando ero bambino. Con Di Maria ci dobbiamo conoscere e capire un po’, ma sono sicuro che per lui non sarà difficile. Ha giocato con grandissimi attaccanti, sono io che devo chiedergli come mi devo muovere per farmi trovare".
VOTO ALLA PRIMA STAGIONE - "Avevo sicuramente bisogno di un po’ tempo per ambientarmi, però potevo fare meglio. Non sono soddisfatto perché abbiamo perso una finale (Coppa Italia, ndr). Ci siamo qualificati per la Champions ma potevo e potevamo fare di più, per questo lavoriamo duro per la prossima stagione. Io sono giovane e posso migliorare in tutto. A 35 anni si può crescere, figuriamoci a 22".
COME DJOKOVIC - "No, io non mi considero come lui, Djokovic è un punto di riferimento per tutti noi. Non lo conosco direttamente ma ci siamo sentiti, mi ha fatto i complimenti quando sono arrivato alla Juve. È un modello da seguire, ha una forza mentale pazzesca. Prima anche io giocavo a tennis, sarebbe bello se venisse a trovarci a Torino per qualche scambio".
IL REGALO PER I 30 GOL - "Niente, per me è già una soddisfazione arrivarci e far vincere la Juve. È l’unico regalo che voglio. Tutto il resto passa, solo i successi restano".
SCHERZI - "Non li subisco e di solito non li faccio, a meno che qualcuno non mi provochi. Come Cuadrado, che in questo ritiro è insolitamente calmo. Appena arrivato mi rubò il telefono a pranzo e me lo fece ritrovare un sacco di ore dopo. Non dissi nulla, ma tre mesi dopo mi vendicai con lo stesso scherzo: tenni il suo telefono per tutto il giorno. Non ci ha più riprovato".
BREMER - "È un grandissimo piacere averlo alla Juve, è il più forte difensore della A. Dopo una stagione in cui non abbiamo vinto niente il nostro dovere è avere l’obiettivo di vincere tutto. Sono andati via grandissimi giocatori, con De Ligt ho avuto la fortuna di allenarmi, Koulibaly l’ho affrontato da avversario. Non so se sarà più facile, ogni partita per me è una montagna russa".