La voglia di vedere Timothy Weah in azione si è fatta sentire. Massimiliano Allegri lo attende con ansia, così come i tifosi della Juventus, curiosi di osservarlo in ogni aspetto del suo gioco. Mentre le amichevoli estive avevano creato aspettative positive attorno al figlio del leggendario George Weah, le prime due partite di campionato non hanno ancora consolidato quelle impressioni. Timothy è ancora in fase di adattamento: nei 126 minuti totali giocati contro Udinese (45) e Bologna (81), non è riuscito a replicare le prestazioni del periodo pre-stagionale. Tuttavia, non c'è motivo di preoccupazione alla Continassa (il centro sportivo della Juventus); questo processo di adattamento è una fase normale che coinvolge tutti i nuovi arrivi.

Juve-Bologna, preoccupazione per Weah: cosa è successo
IN DIFFICOLTA' - In effetti, il contesto non è stato favorevole alle prime due uscite di Timothy. Contro l'Udinese, è stato coinvolto in un contrasto duro che lo ha limitato e lo ha costretto a giocare con cautela prima di dover lasciare il campo all'intervallo. Nel match contro il Bologna, il primo tempo piuttosto opaco della Juventus non ha agevolato la sua prestazione, sebbene abbia cercato di rendersi pericoloso con un tiro a rete. Le prime due partite possono essere riassunte come alcuni momenti di accelerazione offensiva, alcune chiusure difensive e una gestione ponderata del gioco, senza particolari acrobazie o tentativi stravaganti.

PRIME USCITE - Ora Allegri è in attesa di vedere un'accelerazione nella performance di Timothy, a partire dalla partita contro l'Empoli. Durante il tour negli Stati Uniti, Allegri ha elogiato il giocatore per la sua dedizione al lavoro, la volontà di migliorare costantemente e la rapidità con cui si è integrato nella squadra. Durante i test contro il Milan e il Real Madrid, Timothy è apparso subito coinvolto e integrato nella squadra, dimostrando abilità come accelerazioni con e senza palla, assist e gol. In particolare, il gol segnato contro il Real Madrid ha catturato l'attenzione, poiché è stato frutto di un movimento coerente con le indicazioni di Allegri per gli esterni: seguire l'azione dall'altro lato del campo e poi spingersi al secondo palo o in area per concludere l'azione.