Centrocampista della Juventus Women Arianna Caruso ha parlato a Cronache di Spogliatoio. Alcune delle sue parole: 

CHIAMATA JUVE- "Quando ero alla Res Roma, arrivarono alcune offerte. Poi, quella della Juventus. Per venire qui a Torino il club aveva organizzato tutto il viaggio per me e la mia famiglia. Mi hanno fatto fare il giro dello stadio e del museo, spiegandomi tutto il progetto. Io andavo ancora a scuola e loro lo sapevano: ‘Non devi preoccuparti di nulla. Noi abbiamo una scuola a disposizione. Se non fai il nostro indirizzo scientifico, puoi andare in un’altra scuola pubblica e intanto stai in convitto da noi. Avrebbero pensato a tutto loro: cibo, vestiti da lavare, passaggi col pulmino. E a 17 anni, se ti dicono una cosa del genere, non puoi rifiutare. Penso che anche per i miei fosse un sollievo: vedere la propria figlia andar via di casa a 17 anni, senza finire neanche la scuola, poteva essere una preoccupazione. In realtà, ringrazio i miei genitori perché se non li avessi ascoltati, non sarei arrivata alla Juventus".

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PRIMA- "Una settimana prima della chiamata della Juventus, ho incontrato un’altra squadra. Sarei dovuta andare a vivere con un’altra persona, avrei dovuto cercare io una scuola e provvedere autonomamente agli spostamenti. Non avevo neanche la patente. Era difficile, ma io sono molto istintiva. Dopo il colloquio, dissi già: ‘Va bene lo stesso, voglio firmare’. I miei invece temporeggiavano: ‘Arianna, calmati. Aspetta un attimo’. Neanche a farlo apposta, arriva la Juventus. Loro sono entrati con un altro passo nel mondo del calcio femminile. E i risultati sono la miglior prova possibile".