Un progetto nato da un foglio bianco quello della Juventus Women quando Rita Guarino e Stefano Braghin si sono seduti al tavolo elencando alcuni nomi di giocatrici che sarebbero state ideali per dar vita a questa nuova squadra. In questo progetto nulla è stato lasciato al caso: il ruolo di ogni giocatrice ma anche di ogni innesto arrivato in seguito è sempre stato prestabilito. A distanza di cinque anni si può solo dire complimenti alla lungimiranza di Stefano Braghin.

LE NOVITÀ - Il percorso in Women's Champions League è la dimostrazione della crescita esponenziale delle bianconere. Il primo anno eliminate ai sedicesimi di finale dal Brondby, il secondo anno l'eliminazione per mano del Barcellona. Nel terzo anno il Lione ha faticato ad uscire vittorioso dall'Allianz Stadium e nell'ultima stagione la squadra ora allenata da Joe Montemurro ha raggiunto i quarti di finale entrando di fatto tra le otto migliori squadre in Europa. 

Juve Women, Braghin: 'Ripetersi sarà difficile, l'asticella l'abbiamo alzata noi'
LUNGIMIRANZA - L'obiettivo per la prossima stagione è sicuramente quello di ripetersi. Non sarà sicuramente semplice ma ciò che è stato dimostrato è che ora le bianconere hanno acquisito credibilità, anche in Europa e Torino è una meta appetibile anche alle giocatrici straniere. Lo dimostra il grande colpo ufficializzato nella giornata di ieri rappresentato da Sara Bjorg Gunnarsdottir. L'islandese proprio all'Allianz Stadium a maggio ha alzato la Women's Champions League con la maglia del Lione e nonostante le numerose offerte ha scelto di trasferirsi a Torino. Prima di lei anche Lina Hurtig e l'ultimo acquisto bianconero Lineth Beerensteyn. Se Torino è una piazza appetibile gran parte è merito del lavoro della Juventus che partendo da outsider si è ritagliata sempre più un ruolo da protagonista, anche in Europa. Non sarà facile ripetersi, ma ora le bianconere possono permettersi di fare paura alle avversarie e non provocare in loro un sorriso di compassione.