Prima dei sorteggi di Champions disse: «Spero di affrontare la Juve». Perché i bianconeri e non Real Madrid o Barcellona?
«Il mio sogno era quello di confrontarmi con le migliori d’Europa e la Juve è una di queste. Poi da bambino avevo tanti amici che tifavano Juve e mi hanno trasmesso questa simpatia. Ho sempre avuto un debole per Nedved e Pirlo. I miei amici non vedono l’ora di vedermi in campo allo Stadium ed erano contentissimi anche quando ho detto loro che avrei fatto una intervista con Tuttosport: vi leggono sempre».
«Una marea... (risata). Ne ho potuti accontentare solo venti. Alcuni sono già stati allo Stadium. Quello che non mi hanno raccontato loro, l’ho capito attraverso Netflix: ho seguito bene il documentario sulla Juventus. Impressionante. E’ stato spettacolare vedere come funziona uno dei top club d’Europa, dalle strutture ai giocatori nel privato. Mi ha colpito una frase: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Mi è piaciuta perché è esattamente lo spirito con cui vivo io il calcio. Il documentario mi ha permesso di conoscere benissimo la Juve. Avere informazioni di questo tipo è importante. Poi, in vista della partita, ho studiato anche le immagini delle loro ultime partite».
«Dybala. Spero di scambiare la maglia con lui».
Vi considerano tutti spacciati in Champions: come la vivete?
«Bisogna essere sinceri e realisti: siamo i primi a sapere che le nostre avversarie hanno budget ed esperienza superiori a noi. Però faremo il massimo per dare fastidio a tutti. Con il Manchester United abbiamo perso 3-0, ma hanno rischiato grosso nella prima mezzora: peccato non essere riusciti a segnare».
Lei è un esterno/trequartista, ma segna come le punte: un segreto?
«Corro molto e spesso attacco la profondità pure quando sembra non valerne la pena anche solo per creare delle sovrapposizioni. E poi mi piace calciare in porta da ogni posizione. Se domani dovessi segnare farò di tutto per portarmi a casa il pallone e poi inviterei i miei amici juventini per raccontare loro le emozioni provate».
«Ronaldo, Mbappé e Neymar. Di CR7 mi fa impazzire la sua voglia di vincere e migliorarsi sempre nonostante i tantissimi trionfi che ha già ottenuto; di Mbappé adoro la leggerezza; di Neymar la tecnica».
A chi assegnerebbe il Pallone d’Oro?
«Il 2018 di Modric è super, ma io lo darei a Ronaldo».
Il suo cognome, Fassnacht, significa “Carnevale”
«Esatto. Sono nato l’11 novembre e da noi è il primo giorno del carnevale».
Ha mai sentito parlare del Carnevale del Napoli di Maradona?
«No, ma lo prendo come un bel segnale: spero che in futuro in serie A ci possa essere un nuovo Carnevale, un Fassnacht (risata)».
In estate si erano interessate a lei Fiorentina, Sassuolo, Atalanta oltre a diversi club di Bundesliga: dove si vedrebbe meglio?
«La Juve è il top, però siccome sono cresciuto negli anni in cui il Milan di Ancelotti conquistava le Champions mi affascinerebbero molto i rossoneri. Il Milan mi piace anche perché, proprio come noi dello Young Boys, sta tornando al top».
«E’ un buon momento, sarei contento di essere chiamato: la Nazionale è un mio obiettivo».
Come è nata l’idea dell’azienda di moda?
«Mi ero sempre detto che se fossi diventato un professionista non avrei sprecato il tempo libero. Così ho deciso di fondare una azienda specializzata nell’abbigliamento: la “Cedici”. Sarebbe un sogno far indossare a CR7 una mia maglia. Per uno come lui penserei a qualcosa di stravagante sia nel disegno sia nei colori».