Nicolò Zaniolo è giovane, talentuosissimo ed è stato un'intuizione geniale della Roma. Eppure è stato rapido a imparare il linguaggio delle interviste che aprono agli scenari di mercato, possono alimentarli specialmente nei momenti più complicati per la squadra: "La mia volontà è di incontrare la dirigenza, poi vedremo cosa avverrà. Incontrare la dirigenza per restare a Roma? Vedremo, adesso penso a giocare a calcio e divertirmi, poi vedremo cosa succede", dribbling nelle sue parole testuali e un contratto che è diventato arma a doppio taglio, da premio meritato a obbligo per non perdere una pepita d'oro giallorosso.
PROMESSA E CONTATTI - L'accordo in realtà era praticamente già pronto: promessa dalla Roma alla famiglia di Nicolò per un quinquennale fino al 2024, poco più di 1,2 milioni all'anno con ricchi bonus e la volontà di attendere fine stagione per definire proprio quei premi di preciso, una sorta di stimolo in più a far bene per Zaniolo. Tutti d'accordo, soprattutto Monchi con l'agente Claudio Vigorelli dopo una serie di incontri tra Trigoria e pieno centro di Roma per arrivare al traguardo. Il problema nasce dopo: l'intesa verbale arriva a inizio febbraio e vede protagonista il ds Monchi che ha portato avanti tutto in prima persona, per poi tornare al Siviglia e lasciare tra le mani della società una patata bollente. Perché ora l'accordo è da ripensare e ridiscutere, ma soprattutto c'è stata di mezzo una doppietta in Champions League, un'altra chiamata in Nazionale e due mesi in più ad alti livelli. Insomma, più club in agguato e richieste economiche destinate a salire rispetto ai 700mila euro che guadagna oggi.
Di Fabrizio Romano, per Calciomercato.com