Vyacheslav Karavaev, terzino dello Zenit San Pietroburgo, ha parlato a Tuttosport alla vigilia della sfida contro la Juve: «Mi sento benissimo. Mi sono allenato con la squadra, ho giocato 20 minuti in campionato: tutto risolto. La Juve ha vinto tanto in Italia, noi siamo pronti ad affrontare qualsiasi avversario: è il calcio. Dobbiamo dare il massimo, come lo Sheriff Tiraspol: 6 punti presi allo Shakhtar Donetsk e al Real Madrid». 
 
Chi le piace nella Juve? 
«Chiesa, ha tutto: dribbling, tiri, velocità. In futuro potrebbe diventare il migliore del mondo». 
 
Cosa pensa del girone?
«Tutto è possibile. In casa possiamo giocare ad armi pari con tutti. Non abbiamo leader nello Zenit, conta la squadra. Crediamo in noi stessi, corriamo e lavoriamo l’uno per l’altro». 
 
 
Perché vediamo pochi giocatori russi in giro? 

«Innanzitutto perché non siamo considerati cittadini dell’Unione Europea. A parità di condizioni, un club di una grande lega sceglie un europeo, non un russo. Mi è successo quando giocavo in Olanda. Poi ci sono i problemi di mentalità e di adattamento. Infine il nostro campionato è poco seguito dagli scout di campionati importanti. Se queste restrizioni non esistessero, forse si prenderebbero più giovani talenti dalla Russia. Ma Golovin e Miranchuk sono partiti per il Monaco e l’Atalanta, questo dovrebbe motivarci. Tutto è nelle nostre mani e nei nostri piedi». 
 
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È mai stato vicino al trasferimento in Serie A? 

«Dopo la mia prima stagione allo Sparta Praga, nel 2017, si scriveva della Lazio. Sarebbe stato molto bello».