Chi le piace nella Juve?
«Chiesa, ha tutto: dribbling, tiri, velocità. In futuro potrebbe diventare il migliore del mondo».
Cosa pensa del girone?
«Tutto è possibile. In casa possiamo giocare ad armi pari con tutti. Non abbiamo leader nello Zenit, conta la squadra. Crediamo in noi stessi, corriamo e lavoriamo l’uno per l’altro».
Perché vediamo pochi giocatori russi in giro?
«Innanzitutto perché non siamo considerati cittadini dell’Unione Europea. A parità di condizioni, un club di una grande lega sceglie un europeo, non un russo. Mi è successo quando giocavo in Olanda. Poi ci sono i problemi di mentalità e di adattamento. Infine il nostro campionato è poco seguito dagli scout di campionati importanti. Se queste restrizioni non esistessero, forse si prenderebbero più giovani talenti dalla Russia. Ma Golovin e Miranchuk sono partiti per il Monaco e l’Atalanta, questo dovrebbe motivarci. Tutto è nelle nostre mani e nei nostri piedi».
«Dopo la mia prima stagione allo Sparta Praga, nel 2017, si scriveva della Lazio. Sarebbe stato molto bello».