Il volto di Zironelli a fine partita non era difficile da decifrare: era lo stesso di chi si è tolto un gran peso, e ora ne è fellice. Chiaro, non lo scopriamo adesso che i debutti son così. Belli ed emozionanti, ma pure pregni di furiosa tensione. Ecco: sul foglio degli addetti ai lavori - tanti, quelli presenti al Moccagatta - le attenuanti che avrebbe avuto questa squadra erano segnati in rosso. Però quei pochi errori commessi sono stati istantaneamente cancellati dal risultato.

IL PERSONAGGIO - E a uscire dal guscio delle intenzioni e a godersi le prime luci stagionali è stato proprio il mister: un anno fa aveva vinto il campionato col Mestre, quindi la grande occasione con il Bari: l'aveva scelto Sogliano, poi il fallimento della squadra. Sarebbe stata la più grande occasione della sua vita dopo aver sputato sangue e schemi sui campi di provincia: la "Ferrari" della sua esistenza. "Quando Sogliano mi ha detto che non ci saremmo iscritti ero distrutto", ha raccontato ieri in conferenza. Poi la chiamata di Cherubini "mi ha fatto ricomporre un attimo". Sorride, il tecnico. Con la Juve si è rimesso in gioco, tornando a insegnare calcio, a mostrare strade, ad alimentare sogni. "Eppure pensavo fosse uno scherzo...". 

Juve Under 23 al via, tutto quello c'è da sapere
DA QUI IN AVANTI - Ma quale scherzo. Zironelli ha in mano una squadra da plasmare, e soprattutto da svezzare. "In cosa va cambiata? - gli chiedono a fine partita - I ragazzi devono capire che hanno una grossa opportunità di crescita, ma Ronaldo a 30 metri non c'entra nulla. Qui stiamo facendo un'altra cosa". Sarà questo, allora, il più grande compito dell'allenatore: tenere tutti saldamente coi piedi per terra. Per crescere, insieme. Per maturare, insieme. Per tentare una scalata verso la storia, insieme. Da qui in avanti Zironelli può iniziare seriamente il suo cammino: dagli errori nascono fiori, e l'unico modo per non farli appassire è prendersene cura. Sotto gli occhi vigili di Marotta, Paratici e Pessotto, il tecnico ha potuto urlare a se stesso tutta la sua convinzione. Ché in dieci giorni, e solo dieci, ha saputo dare un'identità più o meno precisa alla Juve Under 23: molto più dell'1-0 finale, è stata questa la grande vittoria.

@Cricor9